• Musica e spettacolo

Concerto di Capodanno

Quando
01/01/2022
Dove
Teatro Sociale, Sondrio
 

Orchestra Antonio Vivaldi
Ernesto Colombo 
direttore
con la partecipazione del CENTRO DI DANZA "ARABESQUE" di Tirano diretto da Gianna Manoni

La sublime leggerezza del Capodanno si esprime, nella tradizione viennese (nel mitico salone delle feste del Musikverein, per opera dei Wiener Philharmoniker), coi valzer di Johann Strauss padre (1804–1849), autentico “padre del valzer” che scioglie quest’ultimo dalle sue radici contadine e lo eleva a una dignità fino ad allora impensata, e Johann Strauss figlio (1825–1899), compositore di valzer di successo planetario. Di Johann Strauss figlio ascoltiamo qui sei brani, uno dei quali celeberrimo (An der schönen blauen Donau, ossia Sul bel Danubio blu), l’altro ugualmente un grande classico (l’ouverture dall’operetta Die Fledermaus, Il pipistrello), mentre negli altri si va a esplorare parte dell’immensa produzione del compositore, intento a portare il sorriso al suo mondo aristocratico e dorato in molteplici maniere: con l’esotismo entusiasta della Egyptischer-March (Marcia egizia) op. 335, con la divertita rielaborazione di noti temi d’opera nella Quadrille su temi da Un ballo in maschera di Verdi, con la sensualità magiara della Csárdás da Ritter Pásmán, op. 441 e col ritmo indiavolato della Pêle Mêle, polka schnell op. 161.
Non a caso menzioniamo il diavolo, notoriamente esperto di valzer e danze di seduzione, perché in programma figura anche una Danse diabolique di Joseph Hellmesberger figlio (1855–1907), attivo sempre in area viennese: all’ascolto sono frequenti i déjà-vu dalla Danse macabre di Saint-Saëns, segno di una diffusa passione per la speciale adrenalina che vien fuori talvolta dalle figure del raccapriccio (basta che ci sia di mezzo la danza!).
Ancora operetta e dintorni, con l’ouverture di Dichter und Bauer (Poeta e contadino) di Franz von Suppé (1819–1895). E ancora valzer con Gold und Silber (Oro e argento) op. 79 di Franz Léhar (1870–1948) e con un Valzer di Capodanno op. 10 di Piergiorgio Ratti (1991).
Non ha nulla a che vedere col Capodanno o con le musiche di danza per la corte di Vienna la Polonaise dall’opera Eugenio Onegin di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840–1893): e però, nell’opera, è il grande momento della festa da ballo. I protagonisti stanno per affrontare il nodo tragico del loro destino, ma il miracolo della leggerezza si compie lo stesso, sospendendo la corsa delle cose e aprendo la scena a bellezza e sorriso.

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Orari

Ore 17.00