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Nuclei rurali di Chiuro

Contrada Fancoli (Castionetto)

Chiuro- San Gaetano

Alpi Retiche - Chiuro

Aree picnic- Chiuro

Chiuro è considerato la capitale della produzione enologica valtellinese, ma c'è molto da scoprire oltre al noto fascino dei vigneti terrazzati. Nel suo territorio, infatti, sono presenti diverse zone che si prestano a piacevoli pic-nic: dall'area di sosta del centro sportivo, nelle vicinanze dello splendido centro storico, a quella di Dalico, frazione che offre una vista impagabile sul fondovalle, o ancora all'area di sosta di Piano dei Cavalli, meta ideale per una facile gita in montagna.  Di seguito un elenco numerato delle aree pic-nic attrezzate,   Zona centro sportivo comunale, via Gera  Zona "Sentiero delle scale", località Mulade  Torre di Castionetto, località Cà Maffina (Castionetto)  Piano dei Cavalli, località Valfontana  Zona Chiesa di San Gaetano, località Dalico

Tra Paradiso e Inferno

Partendo da Montagna in Valtellina per arrivare a Chiuro, camminando tra i vigneti del Grumello e dell'Inferno alla scoperta di chiese e antiche tradizioni. 

La Via dei Terrazzamenti

Chiuro - Sondrio - Berbenno di Valtellina

Val Fontana

Chiuro

Castello dei dell'Acqua

La torre, situata su di un poggio, è il resto ben visibile dell'antico Castello dei dell'Acqua. Alcuni sondaggi effettuati sul poggio hanno riportato alla luce resti di manufatti che si possono far risalire al VI secolo A.C. Si hanno notizie della presenza di un castello su questo poggio sin dal secolo XI. Peraltro sembra che il Castello fosse collegato alla vicina Cappella di San Michele attraverso un cunicolo i cui ingressi, visibili sino a qualche anno fa, furono poi murati per motivi di sicurezza. La famiglia dei Dell’Acqua, feudataria dei Quadrio - i signori di Chiuro - era proprietaria del territorio circostante. Si hanno notizie di un Dell’Acqua che viveva nel castello verso la fine del secolo XV, dopodiché il castello venne abbandonato e demolito dagli abitanti del paese che ne utilizzarono le pietre per la costruzione di nuove abitazioni, come peraltro si può rilevare osservando i muri a secco, le scale esterne e i muri di alcune case della zona. Qualcuno ipotizza che la famiglia Dall’Acqua abbia preso il proprio nome dal luogo e non viceversa.  

Torre di Castionetto

In località Castionetto di Chiuro è visitabile la Torre di Castionetto, appartenuta alla famiglia ghibellina dei Quadrio e risalente ad epoca compresa tra il XII e il XV secolo.Situata in posizione dominante ebbe una funzione strategica di controllo sui territori circostanti.Costruita con grossi blocchi di pietra a pianta quadrangolare di circa undici metri per lato e i suoi muri sono tanto spessi, più di due metri e mezzo alla base, da contenere il vano scale voltato che mette in comunicazione i vari piani.La torre non si è però conservata in tutta la sua altezza e non sappiamo se il secondo piano fosse coperto da una volta a botte come quelle dei due piani inferiori.Il paramento murario è composto da grossi conci di pietra che in corrispondenza degli angoli sono larghi quasi due metri. Sul fronte meridionale verso valle si trovano le due aperture ad arco individuate da conci di pietra perfettamente squadrati.Particolarmente ben conservata è la porta di accesso, per ragioni di sicurezza collocata a più di 3 metri da terra. Alcuni particolari costruttivi e le due fessure subito sopra hanno fatto pensare che fosse dotata di un ponte levatoio.E' invece da ritenersi praticata a posteriori l'apertura a livello del terreno che dà accesso ad un locale adibito forse a magazzino, originariamente raggiungibile solo attraverso una botola interna.

Chiesa di Sant'Antonio

La contrada di Vassalini fu da sempre la più popolosa del comune di Chiesa. La sua forza demografica, unita a quella economica, indussero i suoi abitanti a coltivare propositi “indipendentisti” rispetto al comune di Chiesa. Nel corso del Seicento ciò si tradusse nella costruzione di una chiesa propria, pur rimanendo soggetta alla parrocchia dei SS. Giacomo e Filippo di Chiesa, e nell’istituzione di una quadra amministrativa a se stante. Fondata nel 1667, la chiesa di Sant’Antonio è anche dedicata a S. Stefano. Si tramanda che, in giornate di bel tempo, il 26 dicembre durante la messa cantata delle 10.30, un raggio di sole scende ad illuminare il quadro di S. Antonio sull’altare della chiesa. La chiesa ha una facciata semplice ed elegante limitata da due lesene con capitelli in stucco che sostengono il cornicione del timpano. Il bel portale si deve a Francesco Solaro che lo eseguì nel 1704, mentre il portone è opera dell’intagliatore Bartolomeo Fanoni detto il Sasso, originario di Primolo, che lo intagliò nel 1705. L’opera, molto rovinata a causa della continua esposizione agli agenti atmosferici, reca in alto due formelle con scene di vita di S. Antonio. Il capomastro Paolo Adamo e Domenico Aprile furono gli autori dei pregevoli stucchi che ornano, all’interno, la volta della navata (1673) e quella del presbiterio, nonché l’altar maggiore, realizzato in gesso e muratura (1678-79). La volta a vela è adorna di stucchi che incorniciano 5 medaglioni affrescati, che rappresentano l’Assunta e Angeli in volo.Sulla controfacciata sono appese una tela raffigurante l’Annunciazione (del sec. XVIII) e due altre coi busti di due Apostoli. Sulle pareti sono disposte tele con gli altri Apostoli, il Redentore e la Vergine (1714-16).Sulla parete di destra sono collocati un confessionale  e il pulpito sovrapposti con un ricco baldacchino di legno, intarsiati con grande maestria da Andrea Rinaldi di Chiuro (1778). Sopra il baldacchino è collocata una statua in legno di S. Antonio, dello stesso artista.La pala dell’altare raffigurante Sant’Antonio inginocchiato con Gesù Bambino e degli angioletti è del pittore Bartolomeo Gualtieri di Sondrio, così come i dipinti del coro.Il tabernacolo in legno dipinto e dorato, a forma di tempietto, del 1722 è dell’intagliatore Bartolomeo Fanoni. Allo stesso artista si devono anche le cassette per le reliquie e i due armadietti, chiusi da grate in ferro battuto, per alloggiare queste ultime posti in alto ai lati del presbiterio (1709).Nella sagrestia della chiesa si conserva una statua lignea raffigurante la Madonna del latte in trono risalente a fine Quattrocento - primi del Cinquecento. La statua, trasformata in Madonna del Carmine tramite l’aggiunta dello scapolare e di un manto viene esposta nel mese di maggio. Fonte - Ecomuseo della Valmalenco

Sugarel trail

Alpi Orobie - Castello dell'Acqua

Chiesa dei SS. Giacomo e Andrea

L'edificio sorge al centro del paese, su una piazza chiusa un tempo da quattro porte, delle quali oggi ne rimane solo una rivolta verso sud. Il sagrato era originariamente un'area sacra destinata a cimitero, più volte modificata nel passare dei secoli. La chiesa oggi presenta una facciata a capanna e gli spioventi del tetto sottolineati da una cornice in stucco e chiusi da un'altra cornice orizzontale che suggerisce l'idea di un timpano. La facciata è scandita da lesene in pietra che si ripetono ad intervalli regolari anche lungo le pareti esterne, dalle quali sono ricavati dei finestroni a lunetta posti in corrispondenza delle cappelle interne. Il portale d'ingresso è in pietra e sormontato da un timpano in stucco. L'interno della chiesa, di gusto barocco, è ricco di affreschi, quadri e stucchi distribuiti nelle cappelle laterali e lungo la navata centrale con volta a botte. Di grande interesse è anche il ciborio ligneo posto sull'alare maggiore, affiancato sulla sinistra da un tabernacolo e da un reliquiario di ottima fattura. Dietro l'altare troviamo un coro interamente intarsiato, ornato da statue e sormontato da tele. Sempre in legno si segnalano il pulpito, l'organo e un ottimo leggio. Sull'edificio, dal punto di vista architettonico, l'unica vera frattura rilevata è quella tra la prima campata risalente al 1800 e il resto della chiesa, più ricco di decorazioni.  Fonte: Chiese censite dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio

La strada del vino e dei sapori