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Chiesa di San Giovanni Battista

L’attuale chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista di Lanzada, fu edificata, a partire dal 1659, in luogo di una più antica, risalente al secolo XV, già filiale della Collegiata dei SS. Gervasio e Protasio in Sondrio. La consacrazione avvenne quasi cinquant’anni più tardi, l’8 giugno 1706.

Il maestoso campanile, alto 48 metri, fu invece eretto negli anni 1744-47 sotto la guida del capomastro Giacomo Cometti. L’unica opera proveniente dalla chiesa precedente, oggi conservata in sacrestia, è un pregevole dipinto ad olio su tavola, raffigurante il Crocifisso, attorniato dalla Madonna e da San Giovanni Evangelista, Sant’Antonio Abate e San Rocco. Il dipinto, datato 1533, è di scuola lombarda preleonardesca.

La facciata del tempio, ampia e solenne, è munita di un portale ad arco, in pietra locale e battenti in noce intagliato (sec. XVII). L'effetto monumentale dell'interno è ottenuto grazie a un’unica, grande navata con quattro cappelle laterali; alte lesene; presbiterio a vano unico illuminato da una finestra.

La volta conserva gli affreschi più antichi (sec. XVII), raffiguranti la Nascita e la Decollazione del Battista, l’Arcangelo Gabriele, la Colomba dello Spirito Santo e la Vergine Annunciata. Addossata alla controfacciata, vi è la cassa dell’organo, intagliata dal caspoggino Zeffirino Dioli nel 1925.

Il presbiterio è il vero cuore artistico e spirituale della chiesa. Le pareti e la volta sono ricoperte dagli splendidi affreschi di Pietro Ligari (1686-1752), il grande pittore soprannominato il “Tiepolo Valtellinese”.

Qui trova risalto il grande tabernacolo ligneo, dipinto e dorato che ospita le statue di San Giovanni Evangelista, Sant’Antonio Abate, del Battista e di Gesù, sormontate, queste ultime, dal busto del Padre Eterno benedicente. Si possono notare inoltre i quattordici stalli corali, in noce sobriamente intagliato, con altorilievi dello scultore Zotti (1706).
Il notevole pulpito, in legno dipinto e dorato, è affine e coevo alla tribuna di destra; nel pannello centrale reca scolpita la scena del Martirio di San Giovanni Battista.

La sacrestia, con volta a padiglione affrescata con finte prospettive da Cesare Ligari, figlio di Pietro, nel 1762 ospita, oltre alla Crocifissione cinquecentesca, un’altra interessante tela raffigurante il Miracolo di San Gregorio Magno (sec. XVIII), proveniente dalla cappella mortuaria, opera di Cesare Ligari, oppure di Giuseppe Kauffmann.

Fonte - Ecomuseo della Valmalenco