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Chiesa di San Lorenzo

La chiesa titolare di San Lorenzo presenta una faciata con la parte centrale arcuata e sopraelevata dalla copertura, struttura muraria intonacata e ingresso con decori a rilievo. Sulla facciata risalta una finestra trilobata. Il campanile con copertura a cipollone si erge sulla parete orientata a nord. L'interno della chiesa ha copertura a botte, e la pianta è a croce latina con due cappelle laterali. La cappella di destra, decorata con stucchi seicenteschi, è dedicata alla Madonna del Rosario e mostra affreschi sulla vita della Madonna e una pala dedicata alla stessa del pittore Caresana. All'ingresso, in una rientranza del muro, è collocata la Vasca Battesimale con copertura lignea proveniente dalla chiesa di San Matteo in Valmadre. Sempre all'ingresso, sui due lati, si trovano due confessionali lignei. Prima del presbiterio vi sono due medaglioni affrescati che raffigurano San Lorenzo e Sant'Andrea, balaustre in marmo policromo dividono l'aula del presbiterio. Lungo l'abside corrono gli stalli del coro riccamente intagliati e lavorati, e sulla parete è collocata una tela raffigurante la gloria del Santo Patrono. La cappella feriale, con volta a botte, ospita una tela del Rosario proveniente dalal chiesa di San Matteo in Valmadre, una tela detta "della Pentecoste" e un crocifisso ligneo seicentesco di notevoli dimensioni.  Fonte: Chiese censite dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio

Chiesa della Madonna della Pace

La chiesa della Madonna della Pace sorge all’Alpe Prabello, in posizione isolata e dominante, sulla sommità di un rilievo roccioso, situato al centro dell’area prativa pianeggiante. Ha il fronte orientato a nord – est, rivolto al nucleo edificato. Il sagrato, delimitato dai fianchi rocciosi del promontorio, non è morfologicamente definito.La facciata è a capanna, delimitata dall’aggetto della struttura di copertura del timpano con gronde piane, ed è coronata in colmo da un baldacchino ligneo. Il portale è ad arco a sesto acuto strombato, con cancellata in ferro a due battenti, aggiunta a due battenti in larice, sormontati da un soprapporta su cui è scritto: Maria Regina della Pace – 1919. Gli sguinci esterni sono in pietra con giunti stilati, come tutte le murature, e l’arco è evidenziato per la disposizione più regolare delle pietre, sistemate in senso strutturale, e la stilatura in rilievo. Allo stesso modo è incorniciata la falsa finestra circolare posta in prossimità del timpano. I fronti laterali sono caratterizzati dai volumi dei corpi della sagrestia e di un vano accessorio, con i tetti a due falde disposti trasversalmente a quello della navata.L’interno è a pianta rettangolare con abside poligonale. Il presbiterio e la navata sono delimitati da un arco a sesto acuto che interrompe il soffitto, in listoni di abete pitturato, inclinato come le falde del tetto a capanna. Sulla parete destra della navata sono riportate due rappresentazioni pittoriche policrome rappresentanti rispettivamente Il Pastore e S. Antonio Abate. Con la stessa tecnica è rappresentato sulla parete sinistra Il miracolo della sorgente. Nel presbiterio si trova un’ancona in legno di cembro comprendente una nicchia con la statua della Madonna col Bambino, ed un tabernacolo intagliato da Erminio Dioli, come l’altare. Sulla parete destra si trova un quadro rappresentante una Madonna, opera del 1919 di Achille Jemoli.La chiesa fu costruita nel 1919. Nel 1929 – 31 furono aggiunti i corpi laterali e l’abside. Fu rinnovata nel 1992 – ’95 con il rifacimento del tetto e dell’intonaco esterno, e la formazione del pavimento in lastre di dorato e del portale in serizzo della Valmasino. Fonte: Censimento dei beni culturali della Comunità Montana Valtellina di Sondrio

Chiesa di San Rocco

La piccola chiesa di San Rocco, ai più sconosciuta, si trova lungo la strada che dalla frazione di Sazzo in comune di Ponte in Valtellina porta al maggengo di San Giuseppe. Interamente rifatta alla fine degli anni '80 è stata così recuperata al culto dopo che anni di completa incuria l'avevano trasformata in un cumulo di rovine informi. Grazie alla disponibilità di numerose persone, è stata sistemata rispettandone le antiche fattezze e e recuperando ove possibile le parti rimaste utilizzabili. A riprova di questo fa ancora bella mostra di sé l'antico portalino in pietra decorato a motivi geometrici. 

Chiesa di San Bernardo

La chiesa di San Bernardo è di epoca rinascimentale. Fu della Parrocchia fino al 1629, come riporta una lapide sul lato sinistro dell'ingresso: "In questo luogo furono sepolti gli abitanti di Faedo sino all'erezione della parrocchia - secolo XVII". La facciata è bassa a capanna, restaurata nel 1976, e arricchita da un bel portale millesimato in pietra verde con spalle e architrave decorati. L'interno è a una sola navata e un unico altare nell'abside.  Da anni c'era il sospetto, sostenuto dalla tradizione popolare, che la tinteggiatura che ricopriva le pareti della chiesa di San Bernardo di Faedo, lasciando in vista solo un affresco datato 1538 e raffigurante S. Rocco, potesse celare altri affreschi. L'indagine stratigrafica effettuata nel mese di luglio 2008 ha confermato la presenza di affreschi sulle pareti laterali e sull'abside. Nel corso dell'estate 2010 ha preso l'avvio un primo intervento di restauro, che ha consentito di riportare alla luce sulla parete nord la stupenda Ultima cena, risalente ai primi anni del XV secolo. I lavori di restauro, effettuati dalla restauratrice Anna Triberti, sono proseguiti nell'estate del 2011 e del 2012 e si sono concentrati sul lato destro dell'arco trionfale e su parte dell'abside, consentendo nuove scoperte: una Vergine con Bambino in trono e i santi Bernardo da Chiaravalle e Antonio Abate, attribuibili a Vincenzo De Barberis. Fonte: Chiese censite dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio e Fondo Ambiente Italiano.

Chiesa di San Giacomo Maggiore

Costruita in contrada de Giacomi, l’attuale maggengo San Giacomo, la chiesa presenta la sua mole armoniosa in pietrame vivo sopra un terrazzamento in posizione elevata. La costruzione ebbe inizio nel 1648: la prima pietra, benedetta dall’allora parroco di Albosaggia Giovan Pietro Sertoli, fu posta il 25 luglio, giorno in cui si festeggia il Santo. Successivamente subì diversi restauri nel periodo 1716-1718, data quest’ultima che appare anche sul portale in pietra, nel 1872 e infine nel 1962. Fonte: Parrocchia di Albosaggia

Chiesa di San Salvatore

Situata nella parte bassa del maggengo omonimo, nella valle del Livrio, la chiesa di S. Salvatore è oggi utilizzata per poche funzioni durante il periodo estivo. Molto interessante è però la sua storia: ritenuta la più antica di tutta la Valtellina, la tradizione vuole sia stata eretta dai primi cristiani e risalirebbe al principio del sesto secolo. Lo storico Quadrio nelle sue Dissertazioni (1755) parla della valle de’ Liri e riferisce che lassù “un tempo quando Albosaggia non era ancora un borgo abitato, fiorivano numerose famiglie anche di altri luoghi della Valtellina, parte dei quali ora al Bergamasco appartengono: dove si estendeva il dominio dei Capitanei era la chiesa di S. Salvatore”. La valle del Livrio in tempi remoti fungeva infatti da collegamento tra la valle dell’Adda e la Valbrembana e questo giustifica la presenza di insediamenti in queste zone. Quando il Quadrio scriveva la chiesa appariva già restaurata e in parte rifatta, ma della sua fondazione non esisteva documento; tuttavia lo stesso storico riferisce della presenza di una lapide scritta in carattere gotico con scolpito l’anno 537 (lapide ora scomparsa ma altri fonti storiche confermano che essa era ancora presente nel 1873). Interessante è anche scoprire che documenti dell’inizio del Seicento ci dicono che la chiesa di S. Salvatore era comparrocchiale. Il Quadrio a tal proposito della chiesa dice “ch’era già parrocchia comune allora di varie terre, e del Bergamasco, e della Valtellina”: secondo lo storico S. Caterina, costruita solo nel 1354, divenne una seconda parrocchia. A prova dell’importanza ricoperta in quel periodo da S. Salvatore, negli atti parrocchiali dal ‘400 fino al ‘600 tutti gli eletti alla cura di Albosaggia vengono ricordati come curati di S. Caterina e S. Salvatore. Dal punto di vista stilistico la chiesa si può considerare barocca; subì rimaneggiamenti, restauri e aggiunte in varie epoche con interventi stilistici diversi, cosicché della struttura medioevale non rimane più nulla. Soltanto il campanile, almeno in alcuni tratti, potrebbe appartenere alla struttura originaria dell’antica chiesa. Fonte: Parrocchia di Albosaggia

Chiesa di San Matteo

La chiesetta di San Matteo, il cui nucleo originario risale al XIV secolo,  si trova nell'abitato di Valmadre a quota 1775 m su uno spiazzo terrazzato. La copertura, a due falde, è in lastre di pietra locale e la facciata è stata intonacata recentemente. In alcuni punti la muratura si presenta ancora a raso pietra. poco distante dall'ingresso, verso nord, sorge il campanile a pianta quadrata, e verso sud un ossario. Sopra il portale, architravato, c'è una nicchia decorata con un affresco ottocentesco raffigurante San Matteo. L'interno è a croce latina con due cappelle laterali, il soffitto è nella navata a botte, nelle cappelle e nel presbiterio a crociera. Sulla parete della cappella di destra è stato riportato alla luce un affresco cinquecentesco raffigurante San Michele, mentre in una nicchia all'ingresso della chiesa sono situate due vasche battesimali, rispettivamente cinquecentesca e secentesca. La copertura lignea di quest'ultima si trova ora nella chiesa di San Lorenzo a Fusine. Nel presbiterio spicca un'ancona lignea del seicento e un inginocchiatoio, mentre nella sagrestia è collocato un armadio intagliato del 1772. Fonte: Chiese censite dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio

Alle radici della fede

L'area tra Sondrio e Berbenno di Valtellina conserva le tracce di un passato che affonda le radici nella notte dei tempi, oltre che alcune delle chiese più antiche del territorio. 

Le chiese del fondovalle

Da Albosaggia a Colorina lungo la valle scavata dall'Adda, il fiume che attraversa la valle e che da secoli scandisce la vita dei valligiani.

Le chiese dei maggenghi

I maggenghi e i territori di alta quota custodiscono degli splendidi luoghi di culto che rispecchiano appieno il carattere genuino delle piccole comunità di montagna. 

Chiesa di San Francesco

Situata in località Luviera, non ha data ben precisa di costruzione, anche se probabilmente risale al XVII secolo. Sul portale in pietra c'è la scritta “TEM PLUM DIVO FRANCESCO DICATUM – 1674”. All'interno della Chiesa ci sono 3 altari: quello di sinistra, dedicato alla Madonna del Buon Consiglio (di cui si celebra anche la festa in onore); sull'altare maggiore è raffigurato S. Francesco che riceve le stimmate (pala risalente XVII secolo), infine sull'altare di destra è raffigurato un bellissimo dipinto in cui Gesù consegna le chiavi a S. Pietro. Il S. Patrono si celebra il 4 ottobre. Fonte: Comune di Castello dell'Acqua

Chiesa di San Carlo

A seguito di un voto della popolazione afflitta da un morbo che la stava decimando, la chiesa fu eretta nel 1623 a Fontaniva. Ad una prima visita appare parva, testudinata, ex caemento pavimentata, perhumida; unica capella septa cancellis ferreis, parva sacristia, semiconfessionarium; supra tectum campanile  (piccola, coperta da volta, pavimentata in cemento, assai umida; ha un’unica cappella chiusa da cancelli in ferro, una piccola sacristia e un semiconfessionale; sul tetto [sic] il campanile [lm realtà il campanile si eleva dalla base della chiesa]). Visitata dal Mugiasca nel corso del ‘700, la chiesa mostrava “tre altari, il Maggiore il primo dedicato a San Carlo, il secondo al glorioso Patriarca S. Ignazio e il terzo a Santa Croce”. Era dotata di un discreto corredo di suppellettili, paramenti, biancheria. Successivamente fu ampliata nel 1867; divenne, con decreto 17 novembre 1886 del vescovo Pietro Carsana, chiesa parrocchiale di Arigna, in sostituzione della più antica chiesa di San Matteo. Fu consacrata nel 1893, anno in cui fu anche decorata da mano ad oggi ignota. Varcato il portale che si apre nella sobria facciata scandita da lesene, ci accoglie l’aula unica. Sull’altare maggiore si eleva un’ancona lignea scolpita, dipinta e dorata. Due sono le tele di interesse custodite nell’edificio; la prima attribuita a Cesare Ligari raffigurante un angelo che regge la croce con Santi; la seconda attribuita a Giovanni Battista Macolino raffigurante la Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina. Preziose suppellettili e paramenti costituiscono ancor oggi il corredo della chiesa. Sul piazzale antistante la chiesa si affaccia anche un piccolo oratorio sul quale leggiamo D.O.M. ac S. JOANNI BAPTISTAE A D 1699. Fonte: Parrocchia di Ponte in Valtellina